Che cosa hanno in comune un antico dio pagano, un pianeta, una figura messianica della prima età moderna e i sabba, le cerimonie notturne delle streghe? E come è possibile conciliare l'astrologia greco-araba con la sacralità religiosa dello Shabbat, il sabato ebraico? Sostenendosi, come di consueto, su un'amplissima serie di fonti primarie edite e inedite in varie lingue, Moshe Idel ricostruisce un affascinante percorso della storia delle idee, guidando il lettore lungo un avvincente itinerario nel tempo e nello spazio, alla scoperta delle radici di alcuni dei più radicati cliché della cultura e dell'immaginario moderno: dall'antichità a oggi si svelano così le molteplici connessioni tra mito e scienza, tradizioni dotte e popolari, sistemi speculativi e religiosi che hanno contribuito a forgiare il pensiero e la coscienza di generazioni di uomini vissuti tra oriente e occidente.
Gli ebrei di Saturno. Shabbat, sabba e sabbatianesimo
Dario Bottos - 28/05/2013 08:40
5/
5
Libro apparentemente inespugnabile, iniziatico, che ha una spaventosa mole di presupposti culturali: oltre naturalmente a tutta la ramificata storia della mistica ebraica - di cui l'autore è la massima autorità, erede di Gershom Scholem -, gli studi e le riflessioni di R. Klibansky, E. Panofsky, F. Saxl, di R. e M. Wittkover, di W. Benjamin, di F. Kafka. Escursioni nella storia della religione, delle idee, dell'arte. Chi frequenta le tesi di M.Cacciari gusterà anche l'attributo "angelotropico", a pag.120. Però non è solo questo.
E' anche una finestra sull'officina del pensiero di Moshe Idel, da cui il lettore scorge le libere associazioni in divenire, talvolta ipotetiche (se... allora...), spesso sorprendenti perché spiccano il volo rispetto alla materia trattata. Si parla per esempio di quanto le scelte esistenziali possano essere determinate dall'adesione cosciente ad uno schema mentale. Per esempio la "malinconia" (altrimenti detta "saturnismo"): può essere - o essere stata - una scelta di vita, cioè un atteggiamento non congenito né patologico (anche se a volte dall'esito tragico)? L'autore dice di sì, e benchè si snodino nella storia del pensiero ebraico, le sue osservazioni assumono carattere universale. Uno di quei libri che pur parlando "del dito", permettono di contemplare "la luna".
Dario Bottos - 28/05/2013 08:40