La difesa della libertà linguistica, a livello individuale e comunitario, è documentata dagli scritti del Luzzatto antologizzati in questo libro, lungo un arco di scrittura che si estende dall'instaurarsi del centralismo fascista, accentratore anche linguisticamente, sino all'ultimo dopoguerra. Negli anni della dittatura fascista e nazifascista, la passione civile nei confronti delle minoranze, legata alla formazione ideologica "internazionalista" e non disgiunta dalla proiezione di un'alterità culturale più intima, cioè l'appartenenza all'ebraismo, induce l'autore a posizioni libertarie, anticonformiste e talora imbarazzanti per la stessa stampa clandestina diretta dai fuoriusciti italiani.