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I nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globale - Kevin Bales
I nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globale - Kevin Bales

I nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globale

Kevin Bales
pubblicato da Feltrinelli

Prezzo online:
8,00 In omaggio la borsa del lettore
Disponibile in 4-5 giorni. la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
16 punti carta PAYBACK
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente

La schiavitù non è affatto scomparsa: oggi si stimano circa ventisette milioni di schiavi. Se ne sa però troppo poco ed è proprio l'ignoranza a favorirne sopravvivenza e diffusione. Gli schiavi sono individui privati della libertà, costretti a lavorare senza possibilità di scelta, senza tutela, non pagati, in condizioni spesso disumane. Non si trovano solo nei paesi sottosviluppati, ma sono occultati anche nelle ricche capitali dell'Occidente democratico. Gli schiavi hanno un bassissimo costo, sono "usa e getta", rischiano la vita quotidianamente con lavori pericolosi o nella prostituzione, sono esposti a soprusi di ogni tipo, non più in base alla razza, bensì a causa della miseria.

Dettagli down

Generi Politica e Società » Problemi e Processi sociali » Problemi sociali

Editore Feltrinelli

Collana Universale economica. Saggi

Formato Tascabile

Pubblicato 01/01/2002

Pagine 264

Lingua Italiano

Titolo Originale Disposable People. New Slavery in the Global Economy

Lingua Originale Inglese

Isbn o codice id 9788807816901

Traduttore Maria Nadotti

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I nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globale

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voto 5 su 5 ...Verso una ritrovata consapevolezza. Conoscere ciò di cui solo vagamente abbiamo una percezione, perchè si tratta di luoghi lontani, perchè giornali e tg non ne parlano. Eppure esistono: 27 milioni di schiavi, merce umana che fabbrica i nostri tappeti, i nostri palloni, i materiali per le nostre auto di lusso. Magari per qualche decina di dollari vengono tenuti sotto l'infamante giogo della servitù da debito. Per riflettere, ma soprattutto per (re)agire.

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