Che cosa è accaduto nel mondo cristiano nei secoli che ne hanno ridisegnato la fisionomia, rimasta in gran parte quella che conosciamo oggi? John Bossy cerca di rispondere a questa domanda evitando ogni impostazione parziale del problema: tema di questo libro non è infatti soltanto la Riforma, o la reazione cattolica a essa, ma un quadro complessivo, e di lungo periodo, della cristianità nell'Europa occidentale. La prima parte è dedicata alla società cristiana tradizionale, con particolare attenzione agli aspetti concreti della vita comunitaria in rapporto ai sacramenti e ai precetti religiosi. La seconda parte esamina le trasformazioni avvenute in questo tessuto tradizionale nel corso del Cinquecento. Bossy usa con parsimonia il termine "Riforma", che contiene l'idea della sostituzione di una "cattiva" forma di cristianesimo con una "buona". Non è infatti una parte del mondo cristiano che si emancipa rispetto all'altra, ma l'intera cristianità intesa nel senso medievale di unione delle membra del corpo di Cristo, che, trasformandosi, si disgrega. Questo processo è visto in un isieme di rotture, ma anche, di inattese continuità, con la tradizione: dalla fine del culto esteriore dei santi e della Sacra Famiglia, all'affermarsi di una nuova concezione del peccato e della riparazione, al proliferare di sette ereticali che aspirano a restaurare gli antichi valori. Il risultato sarà l'istituzione in tutta Europa della "religione" cristiana, come qualcosa di molto diverso dall'antica cristianità.