Le politiche per lo sviluppo socio-economico delle aree svantaggiate si traducono spesso in misure distributive a beneficio di interessi particolaristici, restando in questo modo inefficaci. Se alcuni paesi dell'Unione europea hanno conosciuto uno sviluppo rapido, dovuto a politiche pubbliche di successo, il Mezzogiorno d'Italia, che pure è stato destinatario di cospicue risorse comunitarie, presenta ancora un divario significativo rispetto al Centro-Nord. Per quanto in tempi recenti vi siano stati incoraggianti segnali di ripresa, essi appaiono ancora insufficienti e precari. Nel presente volume l'autore esamina i casi più significativi riguardo allo sviluppo socio-economico nell'ambito dell'Unione Europea. La seconda parte del libro è interamente dedicata all'esperienza italiana, nelle sue diverse fasi: l'intervento staordinario (con i suoi esiti alterni in termini di riduzione del divario Nord-Sud) e il suo superamento; le politiche avviate negli anni novanta (tra cui la promozione dell'imprenditoria giovanile, la creazione dell'Agenzia Sviluppo Italia) e tuttora in corso di attuazione; la prospettiva che un federalismo più o meno compiuto possa peggiorare, almeno nel breve e nel medio termine, le condizioni di arretratezza delle regioni meridionali.