NOME: Gigi COGNOME: Berté CAPIGLIATURA: già brizzolata TAGLIA: (troppo) large PENSIERO: sottile INTELLIGENZA: spessa PIANTA PREFERITA: paulonia PUNTUALITÀ: lombarda GELOSIA: calabra VIZIO CHE NON HA PIÙ: fumo VIZIO CHE HA SEMPRE: mangiare molto INSOFFERENZA 1: locali affollati INSOFFERENZA 2: andare per negozi STILE (secondo la Patty): antiquato STILE (secondo la Marzia): classico
La rabbia. Quella quiescente e corrosiva, quella che le menti deviate non riescono a controllare. Cova come brace ardente in donne e uomini all'apparenza normali, e si riaccende improvvisa, liberando il loro istinti repressi e inconfessabili, trasformandoli da vittime in carnefici. La follia esasperata e latente è il tema dei racconti neri, crudi, surreali, eppure possibili scritti dal commissario Gigi Berté: sono il suo tentativo di esorcizzare il male e il suo sinistro fascino, trasformando il reale in creazione letteraria.
La metropoli fa da sfondo a queste situazioni impreviste e violente, forse ne è anche la causa scatenante perché non concede sconti agli ingenui, ai deboli e agli alienati. Chiusi nella loro solitudine interiore, i personaggi di Berté scelgono la via del crimine.