Composte negli anni tra il 1775 ed il 1787, le tragedie di Alfieri sono tutte ispirate ad un preciso ideale morale e civile, come egli stesso ha dichiarato nella sua bellissima autobiografia. Ne sono protagonisti personaggi tratti dalla storia romana o da quella moderna, dalla Bibbia o dalla mitologia greca. L'impianto strutturale di stampo classico e la verseggiatura (endecasillabi sciolti, sapientemente dosati nella forma dialogica) mettono in luce la forza emotiva di Alfieri, che tende a condensarsi e risolvere nell'impeto lirico di un solo personaggio, figura plastica magistralmente scolpita, portavoce del poeta. Questo "classico", curato da Jacomuzzi, offre una scelta annotata di cinque tragedie: accanto alle tre più note ed elogiate ("Oreste", "Saul", "Mirra") appaiono,speculari l'una all'altra, la prima ("Filippo", 1775) e l'ultima ("Bruto secondo", 1787), la cui lettura scandisce il complesso cammino di "autor tragico" del nostro grande poeta.