Prendendo spunto da un mito dell'antichità classica - Pigmalione, lo scultore cipriota che s'innamora della propria statua Galatea e tanto l'ama da infonderle la vita per poi sposarla - Shaw mette in scena un'impeccabile comedy of manners. Henry Higgins, eccentrico professore di fonetica, scomette con il colonnello Pickering, autorevole studioso di dialetti indiani, si essere capace di educare alla perfetta pronuncia, una misera fioraia, Liza Doolittle, che parla un cockney atroce, fino a farla scambiare per una duchessa ad una festa. Pigmalione, questa moderna favola di Cenerentola, è un apologo, solo in apparenza frivolo, sulle differenze di classe che l'accento e la pronuncia rivelano, soprattutto in Inghilterra, ieri come oggi. Un apologo sorretto da un torrente di aforismi, paradossi e trovate comiche sapientemente amalgamati in un dialogo pirotecnico, inimitabile. Più volte riproposta nei teatri di tutto il mondo, famosa nei musical prima e nella versione cinematografica poi come My Fair Lady, è la commedia di Shaw più riuscita e fortunata.