Istanbul, 1591. Tra i miniaturisti e illustratori al lavoro nel Palazzo del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella Sekure, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni.
Nonostante sia il libro più famoso dello scrittrore turco e quello con cui ha vinto il Nobel, non mi è parso un capolavoro. Interessaante l'ambientazione e la scelta di situarsi proprio negli anni, alla fine del Cinquecento, in cui l'Impero Ottomano rinuncia alla pittura e in generale alla rappresentazione artistica per motivi religiosi, ma la vicenda e soprattutto la lingua rischiano di cadere in circoli viziosi retorici e ridondanti. Peccato perché, qui e la, ci sono notazioni interessanti sul disegno e sulla vita.
Guia Risari - 31/03/2020 17:00