Ci sono uomini abituati a esprimersi solo attraverso il denaro. Uomini che non vanno liquidati con facili parole: lo sa bene Romolo Bugaro, che - oltre a essere uno scrittore ipnotizzato dal mondo - è un avvocato che conosce da vicino, per lavoro, le traiettorie di ascese e fallimenti. Ritrarli con verità, nel bene e nel male di cui sono capaci, è la scommessa di questo suo romanzo. Perché la verità non indebolisce il giudizio etico, anzi lo rafforza proprio nella misura in cui lo complica. Quando uomini come questi si mettono in testa di concludere un grande affare - ad esempio di costruire una città di lusso nella provincia veneta, facendola spuntare come un fungo dall'oggi al domani - niente può fermarli. O forse si. Forse può accadere che il semplice "no" di una banca produca un effetto domino senza fine, travolgendo le esistenze di tutti. Grandi costruttori, piccoli imprenditori, camionisti, casalinghe, bambini ignari di ogni cosa. Perché quando la valanga comincia a rotolare non c'è salvezza per nessuno. Ma non tutto è come sembra, in una storia di uomini ossessionati dal lavoro, dal denaro e dal potere al punto da apprezzare l'abilità di chi è riuscito a fregarli. E forse l'espressione tecnica "segnalazione a sofferenza" può diventare per molti una metafora perfetta.
La nostra recensione
C’è qualcosa di spettacolare nelle tessere di un domino che una dopo l’altra cadono con precisione e sincronismo, in un’ineluttabile successione che solo un intervento esterno può interrompere: è un gioco, affascina e diverte. Non così quando questo effetto viene utilizzato per indicare una catena di rovine, economiche ed esistenziali. È quello che avviene nel romanzo di Romolo Bugaro in cui una sconsiderata e arrischiata operazione finanziaria provoca una catastrofe che travolge tutto e tutti, lasciando sul terreno macerie materiali e umane, vite distrutte di uomini che per denaro e per potere si sono messi in gioco ma che di quel gioco sono rimasti vittime. Bugaro ci racconta una storia di oggi, attuale e sconcertante, dove si intrecciano avidità, corruzione, meschinità, ambizione, grettezza e superficialità di uomini disposti a tutto pur di realizzare un sogno fatto essenzialmente di soldi. Scorrono così sulla pagina le esistenze travolte dei personaggi che Bugaro mette in scena in una città del Nordest - una volta ricco e produttivo - che diventa il modello del malaffare, del malcostume, corpo malato in cui la decisione di uno può diventare la rovina di molti. Grandi imprenditori o semplici arrivisti, funzionari di banca ambiziosi o abili faccendieri, politici locali corrotti o avvocati senza scrupoli, non importa la categoria: nel romanzo tutti sono tessere di un gioco grandioso e tragico, cadono l’uno dopo l’altro cercando affannosamente e vanamente di mantenersi in piedi. Con una scrittura lucida e schietta, che non si perde nella ragnatela del manierismo moralista a cui spesso soggiace la cronaca, Bugaro coglie aspetti complessi della nostra società in crisi e ce li restituisce con impietoso e sincero realismo. Antonio Strepparola