Phiona ha appena nove anni quando nella sgangherata Agape Church qualcuno organizza dei corsi di scacchi per togliere dalla strada i bambini. Phiona non sa in che giorno né in che mese sia nata, sa di vivere nella baraccopoli dei derelitti, Katwe, la terra delle rane urlatrici, un terreno paludoso che viene sommerso dall'acqua ogni volta che piove. Sa di essere tremendamente povera, che sua madre è malata, sa di avere fratelli e sorelle da accudire. Sa che vorrebbe fare l'infermiera, ma che non ci sono i soldi per la scuola. Se frequenta il corso di scacchi le verrà assicurato almeno un pasto al giorno, perciò accetta. In breve Phiona, che non sa né leggere né scrivere, si dimostra incredibilmente brava, impara rapidamente il gioco e le tecniche e inizia a battere con facilità avversari più grandi di lei. Ma gli ostacoli sono moltissimi: i bambini dello slum sono intoccabili e i figli delle famiglie "normali" non vogliono avere nulla a che fare con loro. Eppure lei non si arrende, fino a trovarsi a partecipare alle Olimpiadi degli Scacchi.
La nostra recensione
Definire un libro “edificante” può fuorviare i lettori e indurli ad aspettarsi pagine edulcorate e monotone, ma in questo reportage africano “edificante” fa rima con “entusiasmante”. L’autore, un giornalista sportivo statunitense, si è imbattuto nella bellissima storia di una ragazzina ugandese nata in uno slum di Kampala che, grazie a uno dei programmi educativi creati per i bambini di strada, è diventata la più giovane partecipante alle Olimpiadi degli Scacchi, raggiungendo una fama internazionale pur continuando a vivere in una baracca che si allaga ad ogni pioggia. Crothers ha voluto conoscere la quattordicenne Phiona, la sua famiglia, il suo allenatore, e ha costruito il libro come un grande pannello, con la storia dell’Uganda sullo sfondo, con il racconto di tante storie di bambini degli slums e dei loro sogni destinati a essere cancellati dalla miseria e dalla violenza, soprattutto nel caso delle ragazze, costrette dalla promiscuità a maternità precoci, e ha incrociato questa realtà crudele con l’oasi felice dei circoli di scacchi creati da volontari per forgiare l’intelletto e la volontà di questi piccoli reietti con una sorta di disciplina e strategia che li possa indirizzare oltre la cappa di rassegnazione e apatia cui sono indotti dalla loro vita disperata. Daniela Pizzagalli