Regista di lungometraggi, documentari e opere liriche, Liliana Cavani si distingue per l'uso creativo degli strumenti narrativi, per le immagini sofisticate, per le sottili scelte compositive, per la carica di tensioni emotive. In questa ampia e dettagliata monografia l'autrice, procedendo cronologicamente rispetto alla produzione dell'artista, analizza le sperimentazioni stilistiche e le tecniche di rappresentazione soffermandosi, a proposito del suo cinema, sui vari stadi di produzione dalla sceneggiatura alla fase di montaggio, alle battaglie con la censura e alla distribuzione. Essenziali per la trattazione critica risultano, in quest'ottica, gli scritti e le interviste della regista di Carpi ma anche, e soprattutto, le note di produzione e le inedite stesure preliminari delle sceneggiature. Ne emerge, in tutta evidenza, la concezione estetica basata sull'idea che il cinema sia allo stesso tempo racconto e spettacolo con una distinzione tra un primo periodo 'reaIista' e un periodo 'psicologico' successivo: due versanti che riflettono l'ambivalenza dell'artista nella rappresentazione del mondo. "Lo sguardo e il labirinto" delinea l'emblematico carattere dell'opera di Liliana Cavani: l'importanza attribuita allo sguardo e agli occhi come strumenti che mirano alla riflessione speculativa e all'acquisizione del sapere e l'intricato intrecciarsi degli eventi narrati e del linguaggio utilizzato per rappresentarli.