Il Settecento, secolo dei lumi e delle rivoluzioni, fu anche il tempo in cui vennero a maturazione in tutta Europa i moderni metodi della ricerca storica. In questo libro è affrontato il tema della storiografia e dellerudizione letteraria in Italia nei cento anni che corrono tra lesile, per certi versi prematura, "Istoria della volgar poesia" (1698) di Giovanni Mario Crescimbeni e l"Origine, progressi e stato attuale di ogni letteratura" (1781-1799), grande affresco comparatistico di Juan Andrés. Attraverso il vaglio delle fonti manoscritte e a stampa lautore interroga gli uomini (da Fontanini a Zeno, da Maffei a Mazzuchelli, da Tiraboschi a Denina, da Riccoboni a Napoli Signorelli) che, ora in cavalleresca collaborazione, ora in vivace competizione, gettarono le basi per lo studio e linterpretazione dei testi letterari della tradizione italiana. Molte questioni che ancora oggi agitano la storiografia furono aggredite allora in maniera sistematica: lorigine della lingua italiana e della metrica volgare, col sorgere dellinteresse per i poeti anteriori a Dante; lapporto della cultura araba al medioevo cristiano; la rinascita del teatro; la categoria di secentismo, anche in relazione con la letteratura francese e spagnola; la definizione degli àmbiti delle culture regionali. Di egual rilevanza fu il tentativo di ricostruzione della parabola delle scienze in Italia, con al centro, tra documenti autentici, falsificazioni e polemiche religiose, la figura di Galileo. Rivive qui per la prima volta circolarmente, tra storia della cultura, della letteratura ed esegesi dei testi, unintera stagione dei nostri studi.