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Zucchero Sugar Fornaciari
pubblicato da
Mondadori
La vita di Zucchero, raccontata come un romanzo è un'epopea di terra, di carne, di sesso. Resta profondamente radicata nelle zolle dure della sua terra d'origine. Un mondo antico, fatto di fatiche, di frustrazioni, di dolore. Ma anche di un inesausto desiderio di felicità. Il canto di amore di disarmante onestà per una vita sfrenata, impavida, autentica. I nomi: Pino e Rina, i genitori. Il nonno Cannella. Lo zio Guerra, maoista che mangiava solo riso. L'Emilia comunista, la Carrara anarchica. Il prete, grasso, don Tajadela. L'ultimo figlio, quasi una sintesi, Adelmo Blue, tra arcaismo e post-moderno. Maiali, mucche, galline. Odore di stalla, di latte, di parmigiano reggiano. I suoni, gli odori, i sapori in un romanzo blues ritmato da un sound martellante, ora dionisiaco, ora diabolico, fino a distendersi nel suono dolce della ballata. Il suono della domenica.
Zucchero Fornaciari, l'autobiografia e l'intervista
Il nostro ospite di oggi è Zucchero Fornaciari, uno che in vita sua ha venduto 50 milioni di dischi anzi di più. Dobbiamo dirlo: è simpatico e affabile, stiamo conversando in naturalezza e semplicità. E chiacchieriamo non solo di musica ma anche di libri. Sugar infatti ha pubblicato da poco la sua autobiografia, "Il suono della domenica": "Io non sono uno scrittore, ho scritto tutto in maniera molto onesta e genuina. Come se fossi davanti a un tavolo con gli amici, un bicchiere di lambrusco e una fetta di salame. Era tanto che pensavo di raccontare qualcosa di mio. Finora sono usciti libri con la storia delle mie canzoni, ma mai sulla mia vita di bambino e ragazzo. Non è stata una vita dritta, la mia, a partire dalla mia famiglia e dalle mie radici. Più che raccontare quello che ho fatto da quando ho cominciato ad essere famoso, mi interessava raccontare me come Adelmo (suo nome di battesimo, ndr) e non come Zucchero, da quando avevo due anni fino alle soglie del successo. Ho vissuto una vita con vari episodi a tinte forti, e l'ho raccontata con le mie parole. E' questo quello che volevo che venisse fuori dal libro."
Zucchero, Bono, Pavarotti e il parmigiano
"Di aneddoti nel mio libro ce ne sono molti: l'episodio di Miles Davis, l'aneddoto dei pantaloni di Clapton (non vi le sveliamo, li trovate nel libro, ndr)... Posso raccontartene un altro: con Pavarotti, Bono e Brian Eno andavamo a Mostar, in Jugoslavia, a inaugurare una scuola. Eravamo in aereo e c'era una forte perturbazione. A bordo tutti sudavano freddo. E' stato allora che Luciano ci ha detto: "Alégria!" E da una valigia ha tirato fuori il parmigiano e una bottiglia di lambrusco."
Zucchero & Mogol
"All'inizio Mogol è stato una specie di allenatore. Ma molto, molto duro. Lui lo faceva per stimolarmi, ma io ne ho sofferto. Io ero uno che veniva dalla campagna, ero proprio un ragazzo puro, e le cose forti mi facevano star male. Poi ha ottenuto l'effetto voluto, perché dalla mia ribellione è sbucato fuori il mio primo vero pezzo di successo, Non c'è più rispetto."
Il consiglio di Zucchero ai giovani musicisti
"Quando ho cominciato a suonare, per almeno 10-12 anni non è successo niente. Stavo per smettere. Poi, improvvisamente, le cose sono cambiate. Bisogna crederci, bisogna farsi da soli delle grosse iniezioni di autostima da soli, perché nessuno te le fa. Insistere, insistere. Ci vuol costanza e determinazione, altrimenti si rischiano grandissime delusioni. Io ho insistito."
bol.it
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