La vita ci travolge nel suo ritmo frenetico, scandito da piccoli e grandi drammi, obiettivi da raggiungere, doveri tassativi e impegni inderogabili. Il mondo sembra andare ogni giorno peggio e tutto ci appare più nero; non solo: vorremmo avere più soldi, più amore, più successo... Esiste un modo per venirne a capo? "Giocate!", ci dice Osho. Solo così, evitando di prendere le cose troppo sul serio, riusciremo a fare di noi puri testimoni della realtà e a guadagnare la pienezza della gioia. La rinuncia ad aspettative e ambizioni sfrenate non vuol dire diventare irresponsabili, ma acquisire la consapevolezza e al tempo stesso la capacità di "andare oltre" per entrare in contatto con l'essere. "Giocare" vuol dire questo: vivere qui e ora, il resto passi in secondo piano. Perché il divino è già qui, e c'è sempre stato. Dopo "La vita è dono", Osho torna a parlarci della figura del Baul, "il folle che simile a un bambino vive cantando e danzando". La sua lezione ci spinge ad amare la vita senza riserve, ad accettarne tutte le apparenti contraddizioni. Il divino è ovunque, nel fango come nel fiore di loto, nella carne come nello spirito, dentro di noi e negli altri.
Osho è nato a Kuchwada l'11 dicembre 1931 ed è stato uno dei più grandi maestri spirituali orientali. Il suo nome di nascita è Chandra Mohan Jain che modificò ufficialmente in Osho Rajneesh il 7 gennaio 1989. Conosciuto come “solo” Osho, ebbe una carriera accademica in ambito filosofico notevole finché non decise di abbandonarla per dedicarsi totalmente al mondo spirituale, divenendo uno dei più grandi maestri.
Alla base del suo pensiero vi sono l'amore e la libertà che confluiscono e