Nella storia del Novecento, il 1956 - l'anno shock lo definisce Canfora - segnò un passaggio d'epoca sia ad Oriente che ad Occidente. Innanzitutto si svolse il XX congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica con cui veniva demolita definitivamente la figura di Stalin, morto tre anni prima. Quell'anno segnò anche la fine del vecchio colonialismo europeo. Nel 1956 infatti l'Egitto nazionalizzò il Canale di Suez sottraendolo alla concessione franco-inglese. La risposta fu l'invasione dell'Egitto da parte dello Stato di Israele e, subito dopo, dei paracadutisti francesi e inglesi. Ma, imprevedibilmente, sia i sovietici che gli americani fermarono l'occupazione e Francia e Inghilterra si ritrovarono così umiliate. Se non bastasse, il '56 vide anche una vera e propria guerra nel cuore dell'Europa: la ribellione dell'Ungheria e la sua uscita dal neonato Patto di Varsavia, bloccata dall'invasione sovietica nell'indifferenza operativa della grande potenza avversaria. Ma il '56 fu anche l'anno di altri memorabili eventi in altri scacchieri mondiali: dalla Francia all'Islanda, dalla Polonia alla Cina. Davvero, dopo quell'anno, il mondo non fu più lo stesso.
Luciano Canfora lo racconta attraverso l'analisi delle contraddizioni che erano alla radice del rapporto segreto di Krusciov, degli ambigui inizi della destalinizzazione, della rivoluzione ungherese e della sua repressione, della crisi di Suez, che costituirono il riflesso dell'ambiguità speculare dell'URSS e delle potenze occidentali nell'appoggiare e contrastare opposti nazionalismi. Tre eventi strettamente collegati, la cui interpretazione resta fondamentale per comprendere la storia del Novecento.