Dopo una vacanza di qualche secolo Dio è tornato in ufficio, in Paradiso, e per prima cosa chiede al suo staff un brief sugli ultimi avvenimenti. I suoi gli fanno un quadro talmente catastrofico - preti che sodomizzano i bambini, enormità di cibo sprecato e popolazioni che muoiono di fame... - che Dio si vede costretto a rimandare giù il figlio per dare una sistemata. JC (Jesus Christ) gli dice: "Sei sicuro sia una buona idea? Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta?" Ma Dio è irremovibile. Così JC piomba a NY, dove vive con alcuni drop-out e ha modo di rendersi conto in prima persona dell'assurdità del mondo degli uomini. Decide di agire. E dopo essere diventato un moderno idolo delle folle partecipando a un programma tipo X Factor per diffondere il vecchio e nuovo Verbo, coi soldi vinti fonda in Texas una comunità che dà alloggio a tossici, puttane e alternativi. Ma chi si dà da fare per i marginali della terra non è propriamente ben visto dalle autorità...
La nostra recensione
Lo scozzese John Niven è una delle voci più irriverenti della letteratura contemporanea: per 10 anni ha lavorato in varie case discografiche per poi dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Collabora con vari magazines, scrive sceneggiature e nel 2008 ha fatto molto parlare di sé con Kill your friends, definito dalla critica inglese "il miglior romanzo dopo Trainspotting". È appena uscito il suo ultimo romanzo, A volte ritorno.
Dopo essersi preso una vacanza di qualche settimana, che corrispondono a cinque secoli di tempo terrestre, Dio chiede al suo staff di raccontargli cosa è successo in sua assenza. Il quadro è disastroso: preti che molestano bambini, intere popolazioni che muoiono di fame, genocidi. L'unica soluzione quindi è rimandare suo figlio sulla Terra per sistemare le cose. Ecco che JC (che sta per Jesus Christ) piomba a New York senza saper fare niente, solo suonare la chitarra. Cosa fare allora se non partecipare ad un talent show ed utilizzare il canale mediatico per diffondere il verbo? Il resto? Un vero peccato svelarlo.
Valeria Merlini