«Hai ancora il vizietto di indagare su vecchi delitti irrisolti?» È un caldissimo mattino d'agosto quando la telefonata, e la domanda, del maresciallo Loiacono raggiungono Gianni Cappelli, giovane e intraprendente commissario affascinato "dai fatti del passato". Se ha ancora il "vizietto", c'è una "cosina per lui". Una lettera anonima. Il commissario raccoglie con grande entusiasmo e, coadiuvato dal suo fedelissimo vice Torsetti, dal simpatico agente Cipriani e dalla procace dottoressa Ziliani, medico legale, dà il via a un'inchiesta su un omicidio commesso nel settembre del 1943, quando una colonna tedesca della 26ma divisione corazzata occupa Firenze e alcune truppe presidiano il territorio fiesolano. Indagine dal fascino speciale perché condotta dal Cappelli, tra le avventure di personaggi che si alternano felicemente, quasi a "occhi chiusi": la singolarità dell'ascolto, della personalissima ricostruzione di immagini, ma anche una precisa linea narrativa grazie alla quale Carlo Ciatti accompagna con lievità il lettore nelle pieghe di una storia al contempo lontana e vicina per arrivare a una conclusione che non è solo la classica soluzione del caso, quanto un rivelarsi e un ritrovare sentimenti mai davvero sopiti.