Agar e Sara, racconto a due voci narranti - sul tracciato dei fatti biblici - a cui si aggiunge, in finale, la voce del patriarca Abramo, «pietra d'angolo» delle due vicende al femminile. Parlano le prime «madri rivali» della Bibbia, che incarnano, rispettivamente, la maternità surrogata e quella negata. Un caso di utero in affitto ante litteram, vissuto dalle due donne con una esplosione di sentimenti contrastanti, raccontato attraverso monologhi con drammaticità... come drammatico e struggente è il monologo di Abramo a fronte del suo silenzio e apparente passività nella vita di Agar, la schiava, e di Sara, la moglie. Tutti e tre compiono un percorso interiore che li condurrà a trovare in Dio la risposta alle proprie inquietudini e a divenire coloro attraverso i quali verrà realizzata la promessa di Dio.
Ottima sia la scrittura che la scelta di far raccontare le note vicende bibliche alle protagoniste, le cui voci giungono forti fino a noi, e dopo averci colpito, ci lasciano a riflettere sulle grandi domande della vita oltreché sul desiderio di maternità e la surrogazione della stessa, argomento quest'ultimo attualissimo.
simrock - 14/03/2021 17:01