Aldo Capitini aspirava ad una fusione tra socialismo e liberalismo e, a suo avviso, il liberalsocialismo non andava visto come partito, quanto piuttosto come "atteggiamento dell'animo". Insieme a Carlo Rosselli e a Guido Calogero era convinto che gli uomini e la società debbano venire prima dello Stato, e, di conseguenza, considerava i diritti umani superiori a quelli dello Stato. Aldo Capitini è, come anni fa ha osservato Norberto Bobbio, un autore non ancora studiato e compreso completamente; il presente volume si propone di colmare questa lacuna. Accanto a contributi che trattano momenti e figure del socialismo liberale, si approfondiscono in questo studio alcuni aspetti centrali dell'opera capitiniana, dal pensiero politico a quello filosofico, dalla religione alla pedagogia, elementi che, nel loro insieme, permettono di disegnare il profilo di una figura centrale nella cultura italiana del Novecento.