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Anno della morte di Ricardo Reis (L')

José Saramago
pubblicato da Feltrinelli

Prezzo online:
9,50 In omaggio la borsa del lettore
Disponibile in 2-3 giorni. la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
19 punti carta PAYBACK
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente

Nel 1936, mentre all'orizzonte si preannuncia la seconda guerra mondiale, scoppia la guerra di Spagna. In quello stesso fatidico 1936 muore Ricardo Reis, solo un anno dopo la scomparsa del suo inventore, Fernando Pessoa. Reis è infatti uno dei tanti eteronimi di Pessoa, che ne aveva immaginato l'ideale biografia (nato a Porto nel 1887, educato dai gesuiti, medico, espatriato per ragioni politiche in Brasile nel 1919) e gli aveva attribuito come poeta classicistiche odi oraziane, ma non gli aveva dato carne e sentimenti. Cosa che invece compie Saramago, che lo fa tornare dal volontario esilio in occasione della morte del suo creatore, gli fa aprire uno studio medico a Lisbona, gli fa vivere una vita sociale, gli fa avere due donne, la cameriera d'albergo Lidia e la giovane Marcenda, e un figlio, e prima di morire lo fa essere testimone di tragici eventi, filtro attraverso cui rileggere la storia della patria salazarista, allineata a fascisti, nazisti e falangisti in tutt'Europa.

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi stranieri

Editore Feltrinelli

Collana Universale economica

Formato Libro

Pubblicato 20/04/2010

Pagine 361

Lingua Italiano

Titolo Originale O ano da morte de Ricardo Reis

Lingua Originale Portoghese

Isbn o codice id 9788807721700

Traduttore R. Desti

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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Anno della morte di Ricardo Reis (L') fran56

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voto 5 su 5 Avevo scoperto Saramago con Memoriale del convento ed era stata una rivelazione, mi aveva affascinato e conquistato, vuoi per la bellezza della storia vuoi per lo stile così particolare. Quando lessi per la prima volta Lanno della morte di Ricardo Reis rimasi abbastanza delusa. Non ero riuscita a ripulire la mente dagli echi del Memoriale e inconsciamente continuavo a cercare nelle pagine del libro le storie di Baltasar e Blimunda, senza ovviamente trovarle. Poi, alla sua morte, volendo rendere omaggio a quello che forse in quel momento della mia vita era il mio scrittore preferito, ho ritenuto giusto, quasi doveroso, piuttosto che andare a cercare qualcosa di nuovo, riprendere in mano questo libro che probabilmente per una mia inadeguatezza, o perché letto in un momento sbagliato non avevo apprezzato a pieno e rendergli giustizia. Ed ho avuto ragione, perché la rilettura mi ha fatto scoprire un altro libro meraviglioso di quelli da mettere tra i D.O.C.G. completamente diverso da quello che ricordavo, non poi così lontano dal Memoriale di come mi fosse sembrato la prima volta, anzi quasi un suo completamento ideale. Giorni fa, a tavola con mio figlio parlavamo proprio di questo. Anche lui ha letto e amato molto il Memoriale e ad un certo punto mi ha chiesto di cosa parlasse il libro. Parla della molteplicità delluomo, gli ho risposto delle sue incoerenze, delle sue ambiguità e delle sue debolezze; della morte che si insinua a poco a poco nella vita, della paura delloblio; parla dellamore, dellincapacità di amare, e della difficoltà a riconoscere e accettare i sentimenti, i propri, ma anche quelli degli altri; parla della sopraffazione del potere sul popolo, dellannientamento della libertà degli individui, della cecità e delle contraddizioni della Chiesa; dell assurdità delle classi sociali, delluguaglianza tra uomo e uomo e tra uomo e donna. Parla della vita insomma parla un po di tutto! Lui mi ha guardato e con un mezzo sorriso mi ha detto E secondo te il Memoriale di cosa parlava, della costruzione di unabazia forse?

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