«Nelle operine qui riprodotte, in particolare nelle 14 ¿apparenze¿ e nei disegni dal 15 al 27, l¿immagine aspira a catturare l¿istante. La messa in scena dell¿apparire attraverso la tracciabilità del gesto pittorico non è una novità (detto per inciso, la novità, tanto cara a quel che rimane della critica, è l¿ultima cosa a cui tendo). In questo caso a guidarmi è il fissarsi sulla carta di atmosfere imparentate all¿apparizione e al sogno, dove macro e micro si rimescolano e dove l¿immagine assume il carattere di epifania incandescente. In parte diverso è il tema che ricorre nei ¿graffiti¿ (28-36). Qui, su un muro immaginario trattato a calce, compaiono segni/graffi in equilibrio tra il sanguinare e il farsi motivo ornamentale. Un tentativo di guardare alle ferite con distacco e ironia.» (l'autore)