«Qual è il metodo più efficace perché i bambini imparino a leggere e a scrivere?». È davvero ben posta questa domanda, che spesso interpella gli insegnanti (ma anche i genitori)? Ha ancora senso oggi, oppure, grazie alle neuroscienze o alla Evidence-Based Research, il problema della scelta del metodo è definitivamente risolto a favore del metodo della corrispondenza «fonema-grafema»? Il riduzionismo condotto anche a favore delle teorie scientifiche migliori, più efficaci, ha sempre fatto danni, nella storia. Meglio, dunque, non indulgere a questa tentazione. Ogni bambino, infatti, è unico, diverso da tutti. E pure il suo ambiente di vita. Impossibile che esista un metodo efficace sempre e in ogni caso. La pedagogia d¿altra parte si interessa proprio del «caso singolo»: non si può tradire un bambino perché non apprende a leggere e a scrivere in maniera canonica. Da qui la necessità di modulare i metodi e di usarli per ciò che possono aver di buono e per quanto servono, fosse anche in un solo caso. Il saggio esplora questa tesi prima con la ricerca delle ragioni sottese alla diatriba sui vari metodi di insegnamento; quindi, illustrando la complessità dei processi coinvolti nel leggere e nello scrivere; poi con l¿analisi critica di vari metodi, per coglierne i contributi che possono risultare risorsa nella concretezza delle specifiche situazioni; infine, presentando «casi» concreti. Prefazione di Giuliana Sandrone.
Linteresse di Adriana Lafranconi su questo tema scaturisce dal fatto che i recenti esiti della ricerca secondo lapproccio dellEvidence-Based Education e gli studi delle neuroscienze sullapprendimento del leggere e delle scrivere, insieme alle problematiche relative ai Disturbi Specifici di Apprendimento e dei Bisogni Educativi Speciali, rischiano di riproporre la discussione in termini contrastivi, riaprendo questioni in ordine a quale sia il metodo migliore per insegnare a leggere e a scrivere ai bambini.
La tesi centrale si basa sulla convinzione che lintegrazione tra i metodi costituisca una soluzione per andare incontro alle diversità di personalità con cui si presentano i bambini e per dare valore alle pratiche didattiche dei docenti che nei contesti di apprendimento vanno oltre un ancoraggio dogmatico a un metodo.
La condizione fondamentale per avviarsi verso questo approccio si fonda sulla convinzione che la pedagogia ritorni ad occupare una posizione determinante e di traino nella riflessione e nellassunzione di scelte responsabili da parte dei docenti. Infatti, come sottolinea puntualmente nella Prefazione Giuliana Sandrone, è proprio della riflessione pedagogica che, permettendo unintenzionale ed accorta integrazione fra diversi metodi, li colloca in una cornice antropologica consapevole, capace di dar ragioni delle scelte metodologiche più adatte per affrontare lidiografica situazione frutto dellesperienza e delle specificità che ciascun bambino porta con sé, nella sua irripetibile unicità. Quindi il leitmotiv che attraversa tutto il libro è quello di creare continuità tra la centralità dellesperienza, della realtà e della storia nei contesti scolastici reali e la natura delle scienze pedagogiche, alla ricerca di leggi previsionali che orientino nellaffrontare casi singoli.
Lapprofondimento è condotto dallAutrice con una scelta di scrittura molto efficace che rende dinamico e interessante la trattazione. I temi vengono introdotti con la narrazione di esperienze raccolte nella scuola che consentono alla figura di un moderatore di porre delle questioni che vengono sottoposto alla discussione con vari autori. Il confronto è condotto attraverso un dinamico dibattito messo in luce dallAutrice con una puntuale selezione di brani tratti dai testi di pedagogisti, psicologi e teorici delle neuroscienze di ieri e di oggi.
Il libro offre al lettore una ampia gamma di metodi che fa del libro un autentico tesoro per lo studio, la riflessione e la formazione personale sia dei docenti che si accostano per la prima volta al cammino di insegnamento del leggere e delle scrivere, sia dei docenti esperti che vogliono ripercorrere e rilanciare la ricerca e la personale azione didattica in ordine a questi processi.
Attraverso la narrazione di esperienze, gli insegnanti vengono accompagnati ad affrontare i vari momenti dellapprendimento con descrizioni, suggerimenti e strutturazione di contesti didattici a partire dalle prime attività di avvio, alle prime corrispondenze grafema-fonema, fino allo sviluppo della fase sillabica e lemergere della scrittura e della lettura nella sua compiutezza convenzionale.
Il messaggio fondamentale presente nel libro sottolinea come sia la qualità della pratiche didattiche dei docenti a incidere maggiormente sugli esiti di apprendimento, sottolineando che risulta abbastanza inutile discutere del metodo in sé senza riflettere contemporaneamente sulle azioni didattiche messe in campo.
Il libro Apprendere a leggere e scrivere. Come e perché costituisce quindi una grande occasione di ricerca e di riflessione che sollecita a riprendere con entusiasmo il cammino professionale e scolastico per aprirsi a nuove e significative esperienze didattiche e di apprendimento in grado di ridare speranze e prospettive di significato a questi tempi scolastici difficili e complessi che stiamo vivendo.
Graziano Biraghi - 10/01/2021 15:20