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Associazione indigenti ovvero i miserabili di Palermo - Matteo Collura
Associazione indigenti ovvero i miserabili di Palermo - Matteo Collura

Associazione indigenti ovvero i miserabili di Palermo

Matteo Collura
pubblicato da Tea

Prezzo online:
8,00
Disponibile in 4-5 giorni. la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
16 punti carta PAYBACK
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente

Lo sfondo è Palermo. Non la città dei sontuosi edifici barocchi, ma la Palermo delle baracche di cartone e di latta, dei vicoli oscuri, delle piazze devastate ed infestate dai topi, dei refettori di assistenza e degli ospedali dove si aiutano i vecchi a morire. I protagonisti sono i personaggi più poveri ed emarginati: i vecchi, gli invalidi, i disoccupati, un'umanità fuori dalla legge e dal mondo, volutamente dimenticata. E la storia che Collura ha scelto di raccontare è il drammatico tentativo che questa gente fa per ribellarsi, per assurgere ad una dignità che nessuno vuole riconoscere loro, per difendere i propri diritti: due pasti al giorno ed un refettorio aperto anche nei mesi estivi.

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi italiani

Editore Tea

Collana Teadue

Formato Tascabile

Pubblicato 09/03/2001

Pagine 108

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788878188990

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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Associazione indigenti ovvero i miserabili di Palermo renzo.montagnoli1

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voto 5 su 5 Uno può nascere con la pelle nera o con la pelle bianca, una condizione irreversibile, come irreversibile è la miseria, quella situazione di estremo degrado che sradica perfino la dignità, quel gradino ultimo in assoluto che si trova sotto quello della povertà, dove povertà significa possedere molto poco, mentre miseria è essere privi di tutto. In una Palermo dellimmediato dopoguerra si aggira in un quartiere fatiscente unumanità dolente che non possiede assolutamente nulla e che per sopravvivere deve fare conto, perfino per il cibo, sulla carità. E di questa moltitudine di esseri umani, ricchi solo di miseria, che parla il primo romanzo scritto da Matteo Collura, attento a raffigurare la condizione degli ultimi, talmente emarginati da far chiedere a uno dei protagonisti, Agostino Giummo, se è proprio vero che il sole spunta per tutti. Cenciosi, affamati, tenuti alla larga dagli altri, soprattutto da quelli che fanno loro il principio che se non ci fossero i poveri non ci sarebbero i ricchi, stufi di essere vessati dalle istituzioni, in primis il dottor Lannina, direttore dellEnte Assistenza Poveri, che lucra sul cibo della mensa loro riservata, a un certo punto non ce la fanno più e alzano la testa, trovando il loro Masaniello nella persona di Giuseppe Boscone che fonda una specie di società di mutuo soccorso, lAssociazione indigenti. Abituati a vivere fin dalla nascita con il capo chino non chiedono grandi cose, domandano solo il rispetto del diritto di esistere e che si concretizza in due pasti al giorno, anche in estate, perché si mangia tutti i giorni. Sono richieste modeste, eppure aprono un conflitto, perché scalfiscono il potere di chi sta sopra. Saranno osteggiati in tutti i modi, Giuseppe Boscone verrà anche rinchiuso in manicomio per un breve periodo, le proteste pacifiche provocheranno le cariche della polizia con manganellate a tutto spiano e quando le autorità civili si dimostreranno chiuse a qualsiasi accordo gli indigenti non potranno che rivolgersi a quelle religiose. Andranno a Roma dal Papa, che non li riceverà, ma farà avere loro tante belle parole e un contributo, una tantum, di carità. Compreso che anche questo tentativo è inutile si rivolgeranno ai santi, a Santa Rosalia, la patrona, con un pellegrinaggio, ma si vede che in Paradiso sono sordi e gli indigenti torneranno a chinare la testa. Associazione indigenti è un romanzo breve, ma intenso, dove non cè una parola di più del necessario, il che rende benissimo la condizione di chi non ha nulla, ed è unopera di denuncia scritta con molto acume, senza un briciolo di retorica, ma ponendo allattenzione del lettore linsostenibilità di un sistema che emargina chi non ha lavoro, chi non ha ricchezza. Il libro è bello, scuote la coscienza, ma è anche amaro, in ciò denotando una maturità insospettabile in chi per la prima volta scrive un romanzo; so che lautore vi è molto legato e ne comprendo i motivi, anche perché è sempre attuale. Infatti non ci saranno forse più i miseri di Palermo, ci sono invece quelli delle capanne in Africa e che arrivano sulle nostre coste con mezzi di fortuna, quando non muoiono durante la traversata; ma lautentico dramma è che la condizione di ultimi sembra sempre più irreversibile in una società altamente classista. Da leggere, senzaltro.

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