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Berlino 1945. La caduta

Antony Beevor
pubblicato da Rizzoli

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Beevor descrive la battaglia casa per casa con la quale l'Armata Rossa arrivò a conquistare Berlino nei primi giorni del maggio 1945, ponendo fine alla guerra in Europa. Il racconto abbraccia per intero gli ultimi mesi del conflitto, decisivi e atroci. Furono decisivi perché l'esito non era affatto scontato: nonostante le perdite e i bombardamenti la Wehrmacht oppose a lungo una resistenza efficace. E furono atroci per le sofferenze inflitte alle popolazioni dallo scontro senza quartiere di due totalitarismi contrapposti.

Dettagli down

Generi Storia e Biografie » Storia dell'Europa » Storia d'Italia e delle Regioni italiane » Storia d'Italia » Storia militare » Periodi storici » Storia del XX e XXI secolo , Politica e Società » Guerra e difesa

Editore Rizzoli

Collana BUR Storia e biografie

Formato Tascabile

Pubblicato 29/10/2003

Pagine 510

Lingua Italiano

Titolo Originale Berlin

Lingua Originale Inglese

Isbn o codice id 9788817000123

Traduttore E. Peru

Curatore M. Pagliano

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Berlino 1945. La caduta

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voto 4 su 5 Antony Beevor, ufficiale di carriera dell'esercito britannico, si è dedicato alla professione di scrittore come romanziere e saggista, occupandosi principalmente dei fatti della seconda guerra mondiale. "Berlino 1945. La caduta" è stato pubblicato nel 2002 e accompagnato da un programma televisivo della BBC a tema, diventando subito un bestseller in sette paesi del mondo. Il libro è un'articolata monografia su uno degli assedi più logoranti della storia. L'impatto degli armamenti moderni su una città già provata dal corso degli eventi di fine guerra e le perdite, i soprusi e i disagi patiti dai civili, sono entrati di peso nella memoria collettiva europea. Berlino non è solo la metropoli ferita e lacerata di una Germania sconfitta ma è la capitale di un'Europa annientata dalla guerra, è il centro dei morti e del dolore di un intero continente che per l'ennesima volta ha spento nelle armi le proprie tensioni e fragilità politiche. Il racconto di Beevor oltre ad essere puntualissimo per quel che riguarda il dato militare, pone un'attenzione particolare al contenuto delle fonti, che spaziano dalla memoria personale (i diari), alle lettere dei soldati al fronte (tedeschi e russi), ai resoconti ottenuti attraverso interviste postume ai testimoni, agli appunti di scrittori al seguito dell'Armata Rossa (come ad esempio le ampie citazioni tratte da Vasilij Grossman). Questa pluralità di voci che si intreccia al dettagliato resoconto dei fatti dà alla narrazione un respiro corale che rende la lettura avvincente, riuscendo a far vivere al lettore l'esperienza dei giorni in cui si è consumato il tramonto di una città e il dramma della sua gente. Ci sono parti del libro che hanno una tale forza descrittiva da emergere come scene isolate nell'elevato ritmo della battaglia. Così il capitolo 22 sui combattimenti nella foresta basterebbe da solo per trarvi una sceneggiatura per un film. Inoltre episodi quali le ultime sortite dal Bunker dopo il suicidio di Hitler, la mattanza sul Charlottenbrÿcke, l'attraversamento dell'Elba da parte dei 100.000 profughi in fuga dai Russi e la resistenza del generale W. Wenck che fino agli ultimi momenti di guerra ha cercato di mettere in salvo i civili e i propri uomini, si pongono con altrettanta indipendenza e vigore narrativo nel complesso della trama. C'è infine un aspetto che declina questa saggio di storia verso lo studio antropologico, la testimonianza delle donne. Numerose sono infatti le presenze femminili evocate attraverso la scrittura semplice e diretta dei diari che molte donne di Berlino hanno tenuto nella solitudine e nell'angoscia delle terribili settimane in cui di colpo si sono travate al centro della guerra. Berlino è del resto il luogo in cui più che mai si è rovesciata la tradizione che vuole le donne a casa e gli uomini in guerra. Qui sono state proprio le donne a sopportare il peso di un conflitto arrivato al parossismo. Antony Beevor considera non a caso il punto di vista femminile una prospettiva privilegiata per l'esplorazione dei fatti. I corpi delle donne sono stati offesi dalla fame e dagli stupri. Le donne sono rimaste sole con i loro bambini nel quotidiano terrore che la carestia o le armi potessero ucciderli, e infine hanno avuto il compito ingrato e amaro di consolare i loro uomini, tornati disperati e sconfitti, in un paese depredato della propria identità. Quella di Beevor è l'introspezione di una città rinata dalle ceneri a cui l'Europa deve saper guardare come il centro in cui la sofferenza della guerra, una sofferenza che da secoli infiamma i nostri popoli, ha raggiunto l'acmè. Questa è l'eredità di memoria che ci lascia Berlino, questo è ciò che dobbiamo capire quando pensiamo all'Europa e alla nostra capitale "dove la gente vive col proprio desino". Claudia Ciardi http://web.tiscali.it/labfestamobile/

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