Trieste 2013, un manager ermetico e sicuro di sé arriva in città. Da subito, scatta in lui come un'inspiegabile attrazione per atmosfere e luoghi molto distanti da ciò a cui la globalizzazione lo aveva abituato. Il suo collaudato sistema difensivo si sfalda e impara a conoscere la città, a misurarsi con i suoi traumi nascosti. Le stagioni si susseguono, le certezze si sgretolano, i valori si capovolgono facendo trapelare un io a lungo soffocato, fatto di dolorosi strappi identitari, esistenziali e persino sentimentali. "Bianca è la città" è un romanzo di fattura novecentesca sulla solitudine, l'inadeguatezza e la frammentazione identitaria dell'uomo di oggi.