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Nelle strade di Londra agitate dai fatti del G20, che insieme ai presidenti delle grandi potenze ha portato violenza e disordini, un uomo dai tratti asiatici è investito da un'auto mentre cerca di passare delle informazioni a un osservatore dell'Europol. Ma le sue ultime parole, sussurrate all'orecchio dell'ispettore Arto Söderstedt prima di morire, sono incomprensibili. Dopo pochi giorni, in un parco della capitale viene ritrovato il cadavere di una donna. Anche lei portava un messaggio per la nuova, segretissima unità operativa OpCop dell'Europol, il gruppo scelto di polizia europea che si trova ora ad affrontare la sua prima indagine. Due casi di morte apparentemente isolati, che rivelano invece un nesso sorprendente, un filo che si estende dall'Asia all'America, passando per l'Europa, e coinvolgono gruppi malavitosi di ogni paese. Una faccenda per OpCop, insomma, il cui obiettivo dichiarato è sconfiggere la criminalità internazionale. "Brama" segna l'inizio di una nuova serie di polizieschi di uno degli scrittori scandinavi di genere, capace di fondere le caratteristiche del thriller nordico e di quello americano. La sua squadra deve agire in una realtà in cui internet e la fluidità delle frontiere hanno globalizzato anche il crimine, dove avidità e corruzione stendono i loro tentacoli in territori molto più vasti di quelli circoscritti dai confini nazionali.
Potremmo definirlo “thriller economico-internazionale” o “global thriller”, cioè il romanzo della nuova criminalità globale. Le definizioni forse aiutano a orientarsi ma, come sempre, quello che conta è l’esperienza di lettura: se si rimane avvinti dall’intreccio, se nei personaggi e nelle relazioni tra di essi si riesce a scorgere spessore e “sapore”, se non si replica passivamente qualcosa di già scritto. Non facile, al giorno d’oggi. Eppure in Brama, dello svedese Arne Dahl, qualcosa di nuovo - anche se non del tutto originale - sicuramente c’è. Il gruppo operativo OpCop all’interno della struttura comunitaria Europol con sede all’Aia qualche novità sulla scena del thriller internazionale la porta: anche perché laddove non ci sono più confini per gli uomini e le merci, a maggior ragione non ce ne sono più nemmeno per il crimine organizzato. Un crimine che in questo intreccio adrenalico e ingegnoso appare sempre più organico, come se le organizzazioni criminali (mafia russa e cinese, N’drangheta, poteri finanziari occulti) si aggancinio l’una all’altra senza attriti, anzi con la massima comunione d’intenti in un vortice che inghiotte tutto: soldi, istituzioni e, soprattutto, individui. Ecco perché c’è bisogno di un gruppo operativo che rappresenta tutti i paesi membri dell’Unione Europea e che, facendo uso di tecnologie e tecniche investigative all’avanguardia, è chiamato ad agire con la massima determinazione, mettendo a frutto competenze e capacità di ogni suo singolo componente; un’unità guidata da Paul Hjelm, già protagonista di un’altra serie thriller dello scrittore svedese, il Gruppo A. Il merito di questa nuova serie è di offrire al lettore appassionato uno scenario esplosivo e tremendamente realistico, che tocca questioni scottanti e di rilevanza internazionale, quali riciclaggio, traffico di droga, crisi economica, speculazioni finanziarie, criminalità ambientale e corruzione. C’è molta carne la fuoco (e non è solo un modo di dire...) in questo romanzo, e Arne Dahl sa cucinarla a puntino.
Antonio Strepparola
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