"Nessuno entra. Nessuno esce". Questa è la scritta che può leggere chiunque si avvicini all'Area di Comando del Campo di Raccolta dove sono rinchiuse Ani e Bianca. Qualcuno, sotto queste due laconiche frasi, ne ha incisa una terza: Noi siamo nessuno. Perché le Raccoglitrici di sale, che qui si fanno prosciugare il corpo e l'anima per ottenere l'oro bianco, l'unica risorsa energetica rimasta in un pianeta ormai depredato ed esausto, sono proprio questo, nessuno, per chi governa il Campo e il Paese. Semplici mattoni, tutti uguali, che una volta rotti possono essere sostituiti senza battere ciglio. Mattoni di un'utopia cieca e feroce, nel nome della quale si sprecano vite, si esercita quotidianamente la violenza e si esaltano egoismo e apparenza. Ma questo Ani e Bi lo hanno capito fin dal loro arrivo, molti anni prima. Entrambe, ancora adolescenti, sono state portate lì con la forza, come tante altre prima di loro, perché considerate elementi pericolosi per la società. Ormai cresciute e diventate l'una il punto fermo dell'altra, sono determinate a fuggire da quel luogo abominevole, che le donne le prende, le mastica e le sputa. Dentro di loro, ragazze diversissime, una che sorride poco e ragiona forse troppo, l'altra esuberante e sfacciata, ma di certo non stupida, si alimenta silenzioso un fuoco che attende solo di divampare e travolgere tutto il marcio che le circonda. Quando accadrà, il mondo che troveranno fuori sarà molto diverso da come si aspettano, deludente e sorprendente allo stesso tempo. Ma in quel mondo dovranno sforzarsi di costruire il loro posto, ricucire le ferite del passato, lottare per la libertà delle compagne ancora recluse insieme a chi, fuori dal Campo, ancora resiste, e abbracciare finalmente ciò che sono davvero.
Parlare in un singolo post di tutto quello che ho trovato in questo libro sarà difficilissimo.
BLN si configura come un distopico con elementi fantasy. Ma vi dico subito che può essere letto come un'enorme metafora, un'allegoria della nostra società odierna infatti vedrete diverse citazioni, richiami e omaggi a episodi realmente accaduti.
La trama ve la faccio breve: in un mondo devastato dalla crisi climatica, il sale si rivela essere il nuovo petrolio. Le donne vengono sfruttate nelle saline da un governo che opera attraverso una dittatura militare. Il racconto ha inizio quando le due protagoniste decidono di fuggire. Banale? Per nulla.
Le autrici infatti riescono a inserire all'interno di una trama già sentita elementi che rendono questa storia unica nel suo genere. Amalgamano come non avevo mai visto fare, una storia a riflessioni sul mondo moderno e su una quantità di temi incredibile. Dal r4zzism0, alla vi0lenza domestica, dalla condizione della donna all'importanza della lingua e dei nomi propri, ai rapporti tra i vari femminismi e più in generale ai rapporti tra persone con idee differenti. Viene tutto a galla. Il problema di chi vorrebbe saperne di più rispetto ai diretti interessati e quello di chi giudica le azioni delle persone senza conoscerne i trascorsi. C'è tutto questo e molto di più. Volendo riassumerlo in poche parole, si parla di potere, rivoluzione e cura.
Le note dolenti? Ho vissuto in maniera sgradevole l'introduzione del terzo e quarto POV, poco distinguibili tra loro e la mescolanza tra distopia e fantasy, nonostante sia perfettamente giustificata.
Leggete questo libro anche se non amate il genere, per avere un assaggio di concetti che se studiati sui manuali risulterebbero molto più complicati. Ora mi metto ad aspettare il seguito
mondadoritorinocastello - 02/08/2024 20:08