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Canzoniere

Francesco Petrarca
pubblicato da Rizzoli

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Meditato, scritto e continuamente riscritto da Petrarca per tutta la vita, il "Canzoniere" è insieme la cronaca di una storia d'amore, uno studio spietato del proprio io, l'autobiografìa intellettuale e umana di un uomo ansioso e inquieto che cerca, e mai trova, la sua pace. Ma ogni definizione suona riduttiva per questa raccolta di rime, indiscutibilmente la più importante della nostra letteratura e destinata a fondare, attraverso innumerevoli epigoni, il gusto poetico dell'intera Europa: il "Canzoniere" anticipa, contiene e quasi riassume in sé ogni argomento e tendenza della tradizione poetica occidentale, tanto che parlare di Petrarca ha sempre finito per corrispondere al parlare semplicemente della poesia. Questa edizione, che si distingue per l'esemplare equilibrio tra rigore filologico e attenzione al lettore moderno, presenta un nuovo apparato di commento al testo e di raffronto fra le liriche petrarchesche e la letteratura contemporanea. Annotazioni di Paola Vecchi Galli e Stefano Cremonini.

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Poesia

Editore Rizzoli

Collana BUR Classici

Formato Tascabile

Pubblicato 11/01/2012

Pagine 1269

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788817050593

Curatore P. Vecchi Galli

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Canzoniere ary93msc

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voto 1 su 5 Petrarca, dopo averci lasciato una cospicua raccolta di opere in lingua latina, si cimenta nella stesura del Canzoniere, l'opera tanto da lui apparentemente dispezzata ma, celatamente amata a coltivata con la massima dedizione, come dimostrano le postille che leggiamo sul manoscritto a noi pervenuto. Petrarca non era un gran sostenitore della lingua volgare come lingua di scrittura e, di certo, avrebbe preferito essere ricordato per un'opera in latino. Tuttavia il successo del suo " rerum vulgarium fragmenta" ha trapassato il tempo e lo spazio ed è tutt'oggi un'opera parecchio letta e discussa. Definirla una semplice racconta poetica è riduttivo; essa si configura come l'insieme dei frammenti dell'animo tormentato del poeta scritti in vari momenti della sua vita e accuratamente da lui ordinati in modo tale da creare una sottile trama. Il poeta cade vittima delle frecce di Cupido e si innamora di Laura, una donna che non sembra contraccambiare il suo sentimento. Dopo una serie di liriche in lode di Laura, questa muore a causa della peste del 1348 e il poeta mediterà sul tempo speso dietro a questo " primo giovanile errore" e cercherà in tutti i modi di staccarsi dalla mondanità per dedicarsi ad una vita spirituale dedita all'otium letterario- filosofico chiedendo l'aiuto alla Vergine nella bellissima canzone finale.Anche se Petrarca in vari momenti dell'opera ci vuole far credere di essere riuscito, finalmente, a superare il suo dissidio, questa è solo una costruzione da lui operata per tramandare una determinata immagine di sè ai posteri ( cfr posteritati). Sappiamo che solo con la sua morte troverà la tanto invocata pace. Petrarca ha il merito di aver riportarto in auge la figura dell'uomo che si dilania, insicuro e sofferente, costretto a vagare per vari luoghi sperando inutilmente di trovare un pò di serenità, senza essere inseguito dalla forza dirompente di Amore. la lettura di quest'opera ci conduce entro scenari bucolici, tipici del locus amenus letterario, lacrime, turbamenti, sprazzi di felicità, domande esistenziali, deserti campi e capelli d'oro in un viaggio interiore che sarà difficile dimenticare, al punto che la sua poetica ancora influenzerà la nostra letteratura fino a Leopardi, se non fino ad oggi.

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