Le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere. Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società. «Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio. «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».
"Cara Giulia", un libro che dovremmo leggere tutti quanti. Tutti siamo e siamo stati Giulia, tutte possiamo essere Giulia e questo DEVE essere evitato. Giulia o tutte le donne vittime di femminicidio: questo non deve più accadere. Il libro va letto e divorato, letto e riletto. Fa riflettere molto, più di quanto la sua notizia (sua, ma come quella di altre donne anche) abbia fatto. Checché se ne dica, non è un libro da smania di protagonismo da parte del padre, anzi. E' dolore puro, nudo e crudo, sensazioni ed emozioni che riesci a vivere leggendo il libro. Ho pianto dalla prima all'ultima pagina, di tristezza, di gioia. E' un libro che sa di vita, vita che molto spesso si sottovaluta. Merita di essere letto, merita di essere compreso e soprattutto, il suo scopo è solo uno: far ragionare che col male non si ottiene nulla, si toglie e basta. Dovrebbe l'Italia "scrivere" un libro a "Caro Gino", o comunque "Cari genitori, parenti, dell'n vittima", per chiedere scusa di tutto, per essere troppo superficiale, egoista, menefreghista e silenziosa. Dovremmo tutti chiedere scusa e migliorarci, affinché certe atrocità non avvengano più. Ciao Giulia, che tu possa VIVERE in qualche modo per sempre.
Virginia Spinozza - 25/03/2024 10:08