Volti inondati di lacrime, accorati appelli, drammatiche confessioni, pareri e consigli a non finire da presunti esperti: sono questi gli ingredienti dei programmi televisivi cui siamo ormai assuefatti. Eccoci così fra le pareti claustrofobiche di uno studio televisivo - descritto in tutti i suoi aspetti umani e tecnici - dove ogni martedì va in onda "Care amiche telespettatrici", trasmissione nata per rintracciare persone in fuga ma ben presto degenerata in una folle 'caccia all'uomo', puro pretesto per la messa in scena di adulteri, aborti, separazioni e riconciliazioni. Lo sguardo impietoso della telecamera si infiltra dappertutto, per spiare, giudicare e decidere nell'interesse cieco dell'indice d'ascolto. Sempre legato al mondo dello spettacolo è il delicato ritratto di un'attrice bambina che, divisa fra due realtà a lei altrettanto estranee, quella infantile, circoscritta dalla rete del cortile scolastico, e quella fin troppo adulta del palcoscenico, si trova a suo agio solo nell'atmosfera buia, umida e desolata o del camerino. Completa la raccolta un classico triangolo d'amore dall'esito imprevedibile, dove un marito modello, che sembra tollerare la relazione extraconiugale della moglie, finisce invece con l'intrappolarla in un sottile quanto crudele gioco di vendette. Tre storie molto diverse, accomunate da una scrittura penetrante, a tratti delicata e a tratti ironica, ma sempre spietatamente lucida, capace di squarciare il velo di tanta letteratura manierata e di rivelare la vera anima del Giappone contemporaneo.