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Castelli friulani. Vol. 1 - Marco Salvador - Matteo Salvador
Castelli friulani. Vol. 1 - Marco Salvador - Matteo Salvador

Castelli friulani. Vol. 1

Marco Salvador - Matteo Salvador
pubblicato da Biblioteca dell'Immagine

Prezzo online:
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Disponibile in 2-3 giorni. la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
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Lotte fratricide, scorrerie, guerre e pestilenze, atti nobili e ignobili dentro e fuori le mura dei castelli friulani. Qui si narrano le vicende e le storie di Ahrensperg, Ariis, Artegna, Cassacco, Castelmonte, Colloredo di Monte Albano e Mels, Cucagna e Zucco, Moscarda, Osoppo, Partistagno, Ragogna, Rive d'Arcano, Rosazzo, Strassoldo, Udine, Villalta. Il 4 novembre del 1431, dopo una tenace resistenza degli assediati, Rosazzo venne ripresa dalle milizie ungheresi le quali, trascorsi ben quattro secoli dalle terribili scorrerie che avevano portato in Friuli, non dovevano aver perso certe abitudini: tagliarono infatti la mano destra a tutti i sopravvissuti e saccheggiarono e devastarono l'intero complesso abbaziale. Alcuni giorni dopo l'esercito veneziano le affrontò fra Manzano e Cormons, sconfiggendole. A quel punto scattò la terribile vendetta dei serenissimi, raddoppiata in quanto a crudeltà: vennero infatti mozzate entrambe le mai agli ungari catturati, e cavati loro gli occhi. Poco prima che questo fiume di sangue si riversasse nei territori abbaziali, i monaci benedettini avevano preso la sofferta decisione di abbandonare il complesso. La politica e le guerre avevano soffocato il desiderio di dedicarsi a Dio in serenità.

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Castelli friulani. Vol. 1 renzo.montagnoli1

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voto 4 su 5 Questo libro è stato scritto per essere una guida dei numerosi castelli del Friuli, ma ricomprende anche annotazioni storiche, in cui non mancano episodi relativi al loro passato splendore, alcuni dei quali hanno le caratteristiche della leggenda. Del resto, se la presenza di Matteo Salvador è garanzia di capace e attenta descrizione delle fortificazioni, la penna di Marco Salvador è invece lornamento prezioso di vicende storiche che impediscono di considerare queste strutture difensive delle semplici pareti di pietra e così, nella narrazione, ci è data la possibilità di conoscerne il passato, di renderli una presenza ancor oggi viva per ciò che hanno rappresentato secoli fa. Dal castello di Ahrensperg a quello di Villalta, passando per molti altri manieri, si finisce così con il conoscere un po la storia del Friuli, di questa terra di frontiera in buona parte sotto il dominio del Patriarcato di Aquileia. Nella lettura si avverte chiaramente la presenza di uno storico di valore, capace di sintetizzare avvenimenti di rilievo in poche righe, come queste Il 4 novembre del 1431, dopo una tenace resistenza degli assediati, Rosazzo venne ripresa dalle milizie ungheresi le quali, trascorsi ben quattro secoli dalle terribili scorrerie che avevano portato in Friuli, non dovevano aver perso certe abitudini: tagliarono infatti la mano destra a tutti i sopravvissuti e saccheggiarono e devastarono l'intero complesso abbaziale. Alcuni giorni dopo l'esercito veneziano le affrontò fra Manzano e Cormons, sconfiggendole. A quel punto scattò la terribile vendetta dei serenissimi, raddoppiata in quanto a crudeltà: vennero infatti mozzate entrambe le mai agli ungari catturati, e cavati loro gli occhi. Poco prima che questo fiume di sangue si riversasse nei territori abbaziali, i monaci benedettini avevano preso la sofferta decisione di abbandonare il complesso. La politica e le guerre avevano soffocato il desiderio di dedicarsi a Dio in serenità. . Se lintento dellopera è di essere una guida per chi vuole visitare queste fortificazioni, il contenuto va però appunto oltre, tanto che si ha netta limpressione di essere presenti davanti alle mura, o ai torrioni, mentre si svolge uno degli eventi del passato che vengono riportati in luce. Non è che possa sostituire la visita diretta, che anzi trae ampio giovamento da quanto scritto nel volume, ma per chi, come me, non avrà occasione di andare in Friuli queste pagine rappresentano un documento indispensabile per avere almeno unidea degli apparati difensivi che caratterizzavano i feudi di questa regione. Mi corre inoltre lobbligo di fare almeno un cenno alle illustrazioni realizzate da Pierfranco Fabris, perché sono belle e, soprattutto, hanno una patina di antico che le rendono particolarmente attraenti. Infine, e a titolo di ulteriore informazione, preciso che questo primo volume parla delle seguenti fortificazioni: Ahrensperg, Ariis, Artegna, Cassacco, Castelmonte, Colloredo di Monte Albano e Mels, Cucagna e Zucco, Moscarda, Osoppo, Partistagno, Ragogna, Rive dArcano, Rosazzo, Strassoldo, Udine, Villalta.

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