La morte di Giovanni Paolo II e l'elezione al pontificato di Benedetto XVI hanno riportato l'attenzione del mondo intero, e non solo dei cattolici, sul ministero di servizio e di comunione che s'incarna nel vescovo di Roma. Ancor oggi il papato è insieme punto di riferimento per la comunione ecclesiale e causa di divisione e dissenso tra i cristiani. Qual è il suo attuale significato? Che ruolo è chiamato a svolgere per l'avvenire in una Chiesa finalmente riconciliata? L'autore riflette sul ministero petrino del vescovo di Roma alla luce di quanto espresso nell'enciclica Ut unum sint, nello sforzo di rispondere all'invito in essa contenuto di studiare insieme le forme in cui tale ministero potrebbe realizzare un servizio d'amore riconosciuto da tutti i cristiani. In particolare indaga quanto i documenti del dialogo interconfessionale dicono intorno al ministero di comunione universale del vescovo di Roma. Pur di valore ineguale, tali testi hanno grande interesse perché costituiscono le prime elaborazioni di una teologia cristiana capace di tenere conto delle posizioni delle diverse confessioni e di conciliarle in un'espressione dottrinale comune. Il senso dello studio è quindi quello di proporre una sintesi di tale teologia per una migliore comprensione dei punti acquisiti e delle difficoltà che sussistono, in vista di un impegno concreto nelle Chiese per una piena riconciliazione di tutti i cristiani.