In Confini di Pelle, l'autore, attraverso otto storie, ci conduce in una estraniante realtà quotidiana, dove appare evidente come l'umanità abbia perso totalmente la sua unità di specie.
(...) I personaggi raccontati da Maurizio Valtieri sono arroccati entro i propri confini di pelle, per difendersi, per nascondersi o semplicemente perché non hanno altra scelta, in una sorta di inferno sartriano, che altro non è che la cosiddetta e troppo spesso invocata normalità della vita quotidiana.
Sono famiglie in fuga dalla guerra, folli in conflitto con meschine personalità latenti, mariti con segreti, ragazzi in lotta con i loro coetanei e donne che hanno riposto la propria fiducia in uomini sbagliati. Sono terribilmente umani i personaggi, fatti persone nell'accezione etimologica del termine, ovvero maschere, che escono dall'immaginazione di Valtieri, pur nulla conservando di immaginario.
Ciò che si legge è semplicemente vita narrata e non importa quanto sia lunga una storia, perché anche una breve può emozionarci, farci riflettere o sognare. Basta saperla raccontare e Valtieri lo sa fare. Lo sa fare così bene che anche a voi lettori, come è successo a me, verrà voglia di rileggerlo e di farne un livre de chevet.
(dalla prefazione di Antonio Veneziani)