In un¿epoca segnata dalle avanguardie come la prima metà del Novecento, in cui tutti i linguaggi pittorici, letterari, musicali, architettonici vengono messi in discussione, fatti esplodere, ricombinati fino alla dissoluzione di tutte le forme, André Gide riesce a imporsi con uno stile che è l¿essenza stessa del classicismo. I suoi ispiratori sono i più grandi autori del passato: Goethe, Keats, Virgilio, Montaigne e molti altri ancora. Proprio con continui riferimenti e collegamenti lo scrittore arriva a rivendicare l¿importanza di lasciarsi ispirare dalla grande letteratura, perché per esprimere una vera originalità non occorre volersi mostrare originali a tutti i costi. Rivolgendosi con i suoi aforismi a un giovane scrittore, forse reale, forse immaginato, parla allo stesso tempo anche al lettore, dandogli il senso di ciò che rappresentano l¿ispirazione e il processo creativo, ma anche la difficile disciplina dello scrivere, senza la quale nulla potrebbe ¿nascere¿ dalla penna pur prolifica di un autore.