In "Contro il discorso della libertà" Lorenzo Chiesa sferra un attacco a tutto campo contro l¿ideale falsamente trasgressivo di un¿emancipazione totale e senza limiti. La posta in palio non è quindi un supposto ¿soggetto della libertà¿ capace di superare l¿alienazione una volta per tutte, ma la coincidenza dialettica tra dis-alienazione e ri-alienazione da un punto di vista politico, estetico e religioso. Facendo della psicoanalisi lacaniana il suo principale strumento critico, Chiesa vaglia una serie di autori e di temi, quali la fobia del piccolo Hans e l¿¿ecologia della paura¿ di Mike Davis come ugualmente dipendenti da un¿ideologia della tolleranza repressiva; l¿invettiva di Pasolini contro la degenerazione visiva e biologica dei corpi operata dall'edonismo del consumismo ¿liberale¿; l¿errata lettura vitalista che Deleuze offre del teatro estintivo ed escrementizio di Bene; i diversi confronti di Agamben e di Žižek con il retaggio cristiano della ¿povertà¿ e dell¿¿inadeguatezza¿ in quanto potenzialmente salvifiche; le tensioni inerenti all'antropologia filosofica presupposta dalla politica emancipatoria di Badiou.