L'inettitudine è una condizione da cui ci si può divincolare? Milo e Rodolfo, inetti professionisti, hanno smesso di cercare una risposta, ma finiscono comunque per inciamparci sopra. Goffamente. La loro cocciuta indolenza viene scossa da un ricatto accademico e da una missione impossibile: si ritroveranno infatti nel cuore della Bassa friulana, seguendo il filo di un misterioso manoscritto attribuito a Pirandello. E sarà il caso, più che l'istinto, a metterli sulla pista di un vecchio episodio di cronaca nera, trasformandoli rapidamente in maldestri detective. Un ironico giallo di provincia che tocca le sponde di Rivignano e Teor. Un blues fluviale che si snoda, fra storia e segreti, fra leggenda e tradizione, lungo il corso dello Stella, alla scoperta di una terra bellissima dove "le osterie sono osterie" e "i bar hanno la sobria e scura eleganza del legno".
Sorpresa, è la parola giusta per sintetizzare queste pagine.
La quarta di copertina (e la scanzonata breve biografia dei due autori che non vogliono evidentemente prendersi sul serio) mi ha attratto come unirresistibile calamita.
Con un linguaggio mosso e per nulla scontato, colorato e anche a volte colorito al punto giusto, è un vivace affresco in cui si muovono non solo i due protagonisti, ma una serie di camei che non sono solo macchiette, bensì ritratti speciali di persone comuni, a volte bizzarre, a volte malinconiche, a volte spensierate, padroni e perfetti conoscitori dellambiente in cui si dibattono, ma di nientaltro al di fuori di esso.
È un libro che va seguito, letto fra le righe, assaporato, gustato allo stesso modo con cui i due protagonisti degustano uno le prelibatezze delle osterie locali, e l'altro un chinotto allunico bar che dà sulla piazza del paese. Va sofferto, come i due protagonisti soffrono la sella delle loro mountain bike sotto il sole cocente della piana friulana in pieno agosto. Va meditato, perché occorre comprendere il motivo per cui i due protagonisti, veri sfaccendati e scazzati dei nostri tempi, si lasciano non coinvolgere, ma passivamente travolgere da unimprobabile inchiesta che li porterà a sudare, bere e mangiare, farsi domande a cui forse non troveranno risposte, incontrare persone così diverse da loro e come tali capaci di sorprenderli.
È un libro che credo vada letto non una sola volta, perché i velati richiami a personaggi realmente esistiti, anche se talvolta solo nel nome e anche se collocati fuor dal tempo e dallo spazio che fu loro proprio, quando colti fanno sorridere, e di sorridere oggi come oggi ne abbiamo tutti davvero bisogno.
Stefano Gusmaroli - 04/02/2014 11:03