L'impegno politico, l'amore, il basso continuo di una colonna sonora stupenda, fanno da sfondo alla sroria di Luca, quarantenne disincantato che ricorda i tempi della giovinezza, gli anni Ottanta vissuti a Catania, con una lucidità che lascia il segno.
Premessa d'obbligo: l'autore è una persona a me molto cara quindi sono di parte. Sono di parte anche perché io quegli anni li ho vissuti ed i protagonisti di questo libro rivivono molte delle cose che tutti quelli come me hanno vissuto negli anni 80. Sarebbe superficiale ed ingiusto, per quanto bello sia ricordare gli anni dell'adolescenza, sminuire questo romanzo a diario generazionale. L'autore offre qualcosa di più perché quei ragazzi, finalmente liberi da anni di steccati e mode imposte da fedi politiche discutibili, che cazzeggiavano con il pop, che vestivano barocco con jeans arrotolati alle caviglie e maglioni arrotolati ai polsi, oggi riflettono sul loro percorso, sono chiamati a fare un primo resoconto ed è proprio lì che Pulvirenti va oltre il cliché e finalmente libera una generazione. Grazie
Anonimo - 23/12/2010 11:47