Che fare? L'eterna domanda. Le mutazioni ci travolgono e cambiano il mondo senza quasi che ce ne accorgiamo. La politica è diventata pratica di occupazione delle istituzioni e dei luoghi di potere da parte di gruppi che si accusano vicendevolmente di corruzione... i movimenti nascono e muoiono velocissimamente e mandano i loro leader in parlamento... il terzo settore, il volontariato e le ONG pensano al benessere proprio più che a quello di chi dovrebbero assistere... i media sporcano tutto ciò che toccano e aumentano la confusione e la dipendenza dal "sistema"... Goffredo Fofi, bastian contrario di sempre, cerca i modi per capire e districarsi, nel rifiuto di considerare separati il pensiero e l'azione. Cosa possono le minoranze, "lucidamente perdenti"? quali sono oggi quelle "frequentabili"? come trasmettere ad altri i valori e l'esempio di quelle più degne, di ieri e di oggi? come gridare nelle circostanze attuali il nostro "non accetto"? Appunti di critica sociale e di polemica politica. Appunti, anche, di letteratura e cinema, giornalismo e televisione... Appunti, tutti, di indignazione etica ed estetica.
Il libro di Fofi mi sembra una testimonianza sofferta di fede. Fede laica in qualcosa di ideale che tuttavia ha potuto toccare e vedere e che ora non trova più se non nella faticosa testimonianza di coloro che, per fede, continuano a portare i pesi dell'idea. Un libro di denuncia e di lamento, di un dolore che scorre come un fiume d'inchiostro cercando di tenere a galla qualcosa, poco, che è rimasto. Ma non ci si inganni. Questo testo non è un testo funebre, non è una chiusura di bilancio, ma è un atto di speranza sincera, per dire a chi ci crede non solo che si può andare avanti, ma che si deve e che i modi, seppur poco gratificanti, ci sono. Quando l'ho letto la prima volta ho trovato in questa prosa lo stile e il tono di un profeta dell'Antico Testamento, un Baruc o un Geremia, i quali sanno come andranno le cose, sanno di essere impotenti e non pretendono di salvare il mondo, ma sanno essere fedeli alla loro fede appassionata e al compito, sempre alto e difficile, di essere coscienza di ascoltatori attenti.
Anonimo - 13/10/2008 23:00