Jacques-Louis David è stato regista più che testimone del proprio tempo. Il ruolo dell'immagine è determinante in questa nuova era di traslucidità in cui le masse, per la maggior parte ancora analfabete, fanno irruzione nella vita politica. David, fornitore quasi monopolistico in questa materia, inaugura inoltre i modi di diffusione su larga scala che preannunciano la cultura di massa. Pittore neoclassico, deputato giacobino, poi propagandista di Napoleone, in rivolta contro l'Accademia reale di pittura e di scultura, ma ben presto accusato di essere la personificazione dell'accademismo, David si situa, con la sua persona e con la sua opera, all'incrocio delle contraddizioni generatrici del nostro tempo: antagonismo delle classi, dei sessi, delle ideologie, delle generazioni... David ha inventato il realismo della modernità o soltanto lo stile della 'borghesia assoluta'? Ma si tratta davvero di un'alternativa? Non troviamo forse, nell'evoluzione stessa di quest'opera, la genealogia dei simulacri che ci governano? Ecco le questioni che questo saggio affronta, sconfinando necessariamente dal campo specifico della storia dell'arte.