In questo volume ci sono filosofi, Bobbio e Garin, Geymonat e Preti, che compaiono con frequenza. La loro presenza aiuta a far luce su una situazione occupata a lungo dalle dispute e dalle eredità idealistiche, dai testi capitali del marxismo e dai quaderni gramsciani sul nuovo principe e l'intellettuale organico, dal tentativo degli spiritualisti di ritrovare un'identità di programma. Ora è chiaro che, riguardate da un'angolazione empiristica, queste posizioni e discussioni non hanno il rilievo che meriterebbero se considerate dall'interno.