L'opera raccoglie i pronunciamenti più significativi dei papi sul tema della pace a partire dal pontificato di Pio X. Il primo conflitto mondiale risveglia le coscienze: appare sempre più chiaramente l'irragionevolezza di ogni guerra. Benedetto XV, inascoltato dai belligeranti, si dimostra più realista e lungimirante dei governanti dell'epoca. Pio XI si scontra con le dittature e Pio XII conosce un conflitto di inaudita violenza. Giovanni XXIII, con l'enciclica Pacem in terris e il concilio Vaticano II, pone la questione su basi nuove: rivolgendosi a tutti gli uomini di buona volontà, egli dichiara improponibile una "guerra giusta"; anzi, che qualsiasi guerra moderna è "estranea alla ragione", escludendo che nell'era atomica se ne possa fare uso come strumento di giustizia. Su questa visione si snoderà il cammino di Paolo VI e di Giovanni Paolo II - i loro interventi saranno l'oggetto del secondo volume, di prossima pubblicazione -, in un continuo crescendo che ci accompagna fino ai nostri giorni.