È uno studio teorico/critico che mostra con gli strumenti dell'ermeneutica, da Heidegger a Gadamer fino a Luperini, che la pratica autobiografica non è tanto l'atto autoriflessivo del soggetto, quanto una rappresentazione allegorica della materialità storica rispetto alla quale la figura dell'autore assume una funzione prospettica ed ermeneutica. La riflessione teorica converge negli studi su Primo Levi (I sommersi e i salvati), Nuto Revelli (Il disperso di Marburg), Rosetta Loy (La parola ebreo) e Mario Rigoni Stern (L'ultima partita a carte), trovandovi una possibile declinazione critica su opere recenti della letteratura italiana.