Edith Warton (1862-1937), grande dama della letteratura americana, frequentava Henry James e Bernard Berenson e intanto scriveva da vera professionista, senza farsi troppo notare, perchè quello di scrittrice era un mestiere inadatto a una donna. Il tema che percorre i suoi romanzi (il più famoso dei quali è diventato L'età dell'innocenza grazie a un bellissimo film), e i suoi numerosi racconti, è l'osservazione della società, dei costumi e delle leggi che la governano. Dietro un linguaggio educato, la costante sospesa ironia, si nasconde un forte giudizio morale e una decisa presa di posizione che rendono la Wharton una scrittrice sorprendemente moderna. Nella storia che dà il titolo alla raccolta, Febbre romana, due ricche signore americane che accompagnano le figlie in viaggio culturale in Italia, si scambiano ricordi di gioventù e svelano un sorprendente equivoco che ha condizionato le loro vite. Xingu prende ferocemente in giro un certo tipo di donna che pretende di essere intellettuale e cade nei più semplici trabocchetti. Alla maniera di Holbein è il portentoso ritratto di due personaggi che hanno dedicato tutto il loro tempo a una vita mondana cui sono sopravvissuti e come fantasmi si incontrano allo stesso tavolo... Lo stile acuminato e sottile della Warthon rende ogni storia un piccolo autonomo capolavoro.