Tetide o delle radici è il senso primo e ultimo di questa raccolta di versi e Maria Antonella D'Agostino ce lo fa intendere immediatamente, come a ribadire che il futuro non può esistere se non si ha alle spalle un passato carico di fermenti, cioè di radici che permetteranno poi la crescita. Crescita dell'io e del mondo. Il libro è diviso in quattro sezioni, ognuna delle quali conferma e avvalora il concetto di radice (Radici interiori, Radici della vita, Radici della terra, Piccole radici), ma il linguaggio è unico, compatto, teso a cogliere l'essenza dell'umano e del divino nello scorrere lento del tempo. La poetessa osserva, medita, fa passare tutto attraverso la sua interiorità e poi fa fiorire nella parola (il concetto è ungarettiano) la propria vita e tutto ciò che le si muove attorno.
non ancora del tutto matura; la lirica di questo volume solo a tratti - quando l'autrice scioglie i lacci della sua autocensura e/o rinuncia all'essere didascalica, tipico delle donne della sua età, che tutto devono spiegare e chiarire - raggiunge vette di pura emozione. La parola scorre fluida e piena, peccato.
luigi9101972 - 05/04/2017 18:58