Situata al confine orientale d'Italia, Trieste fu catturata in una morsa fra le contemporanee avanzate degli Alleati, dei russi e dei partigiani di Tito su di un fronte strategico per la fine della Seconda guerra mondiale. La Germania era ormai sconfitta e il nuovo nemico per gli Alleati erano la Russia e il suo credo comunista. L'originalità della ricostruzione di quegli avvenimenti da parte dell'autore consiste nell'utilizzare le memorie di protagonisti più svariati per posizione sociale o politica e per estrazione geografica nell'intento di restituire il maggiore numero di punti di vista storici: un colonnello britannico del Foreign Office, un ufficiale maori di un battaglione di fanteria neozelandese, un giovane capitano partigiano, un generale di fanteria americano decorato in Italia, un ufficiale dell'Intelligence americana in caccia degli ultimi fascisti, una comunista italiana da poco ritornata nella sua città natale dopo essere stata deportata ad Auschwitz, un partigiano al servizio di Tito, un comandante austriaco delle SS sfuggito alla giustizia, un investigatore americano e ex collaboratori fascisti sono alcune tra le voci che si intrecciano nel racconto e contribuiscono a rendere il libro un affresco efficacissimo della lotta etnica e ideologica che si stava scatenando al confine orientale italiano.