Con luci e ombre, da molto prima della nascita dei blog, del Web 2.0, dei social network, la Rete ha reso possibile un giornalismo diffuso e partecipativo, dal basso, ma non per questo meno verificabile. Se i media tradizionali si basano sulla cooptazione, il "giornalismo partecipativo" fonda la propria autorevolezza sulla revisione tra pari caratteristica della comunità scientifica e sulla comunicazione aperta. Siamo di fronte a un'erosione del latifondo mediatico e a una Riforma agraria dell'informazione?