Giulio Cesare ha varcato il Rubicone e marcia in armi verso Roma: ha oltraggiato la Repubblica compiendo un atto violento e spregiudicato. Convinti di agire per il bene dello Stato, Bruto, Cassio e Casca decidono di uccidere l'uomo che si è trasformato in un tiranno. Ma l'identificazione tra Cesare e Roma è ormai profonda e irreversibile e il potere del tiranno sembra risiedere proprio nella comunità che lo subisce e ne protegge il dominio. La rilettura di Fabrizio Sinisi privilegia ed esalta l'aspetto politico del testo shakespeariano ricordandoci come un destino inesorabile sembra riportarci ineluttabilmente a fare i conti con uno spettro che da sempre agita la storia umana: si vuole, si può, si deve uccidere il tiranno? Con una nota di Andrea De Rosa.