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I centurioni del Malabar

Guido Cervo
pubblicato da Piemme

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209 d.C. Quando, dopo una lunga traversata dell'oceano, il tribuno Marco Terenzio Massimo sbarca con la sua coorte di classiari sulla banchina del porto indiano di Nelkinde, ha ormai compreso che la missione affidatagli dall'imperatore Settimio Severo, volta a dar concreta prova al maharajah del regno Pandya dell'amicizia di Roma, non sarà di pura rappresentanza. Durante uno scalo sulla costa araba, ha appreso che il regno è stato assalito dai rajah confinanti, intenzionati a trarre profitto dall'inesperienza del suo giovane sovrano, Nedunj Cheliyan. Appena toccato il suolo indiano, dunque, la coorte romana si trova in guerra. Ogni passo che Massimo e i suoi classiari muoveranno sulle impervie piste che dalla costa del Malabar conducono alla capitale pandya li trascinerà in una successione di furibonde battaglie, contro nemici del tutto nuovi e temibili. Nel contempo, Nedunj Cheliyan sembra sul punto di essere sopraffatto dai troppi nemici, e nel suo stesso palazzo qualcuno prepara il tradimento. Difficilmente il suo coraggio e la ferma determinazione della sua sposa, la bella e risoluta Satyavati, basterebbero per salvare il suo regno, se egli non potesse contare sul soccorso dei soldati romani e sulla fedeltà della sua guardia personale: uomini duri, avventurieri ormai senza patria, che tuttavia sapranno mettere a rischio le loro vite per tener fede al loro giuramento, nel solco di una tradizione di tenacia e onore che ancora li lega a Roma.

Dettagli down

Generi Gialli Noir e Avventura » Romanzi storici , Romanzi e Letterature » Narrativa d'ambientazione storica

Editore Piemme

Collana Storica

Formato Rilegato

Pubblicato 18/10/2022

Pagine 348

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788856685343

2 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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I centurioni del Malabar m.giuse

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voto 5 su 5 "La coorte indiana andava verso una nuova battaglia" Ci sono pochi scrittori che sono così bravi da trasportare chi legge nel mondo che hanno immaginato e descritto. Guido Cervo è uno di loro. Questa volta il suo romanzo è ambientato in India; le aquile di Roma hanno dimostrato il loro valore e il loro coraggio anche lì, in un territorio a loro poco conosciuto, ma a cui si sono adeguate con il consueto spirito di adattamento tipico dell'esercito romano. Una bella storia, di coraggio, onore e rispetto tra popoli differenti sotto molti aspetti ma uniti nei grandi valori e ideali tipici di tutta l'umanità, in qualsiasi periodo storico. Si sentono i sapori e i profumi di un mondo esotico, e sembra quasi intravedere quella luce solare differente da quella a cui siamo abituati spiovere sulle foreste e sulle città dell'India. Decisamente un bel viaggio! Da leggere assolutamente!
I centurioni del Malabar renzo.montagnoli1

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voto 5 su 5 Ho cominciato a conoscere come autore Guido Cervo leggendo gli unici due romanzi che ha scritto sulle due guerre mondiali del secolo scorso (I ponti della Delizia e Bandiere rosse, aquile nere), poi sono passato alla serie del Teutone (La croce perduta, La battaglia sul lago ghiacciato e La setta dei mantelli neri) e stranamente per ultima la serie con cui il narratore bergamasco ha esordito in campo letterario, quella del Legato romano (Il legato romano, Il generale di Diocleziano, La legione invincibile e Lonore di Roma). Ci si chiederà il perché di questo preambolo e la risposta è molto semplice, perché serve a inquadrare artisticamente Guido Cervo, uno scrittore che di sicuro si può apprezzare per il rigore storico su cui innesta la sua creatività, perché in ogni suo romanzo ci sono, fra gli altri, personaggi esistiti veramente e anche fatti almeno in parte storicamente accertati. A completare il quadro cè anche una notevole capacità di avvincere il lettore, non disgiunta da un uso della lingua italiana più che corretto. Tutti i suoi lavori mi sono piaciuti e più o meno tutti mi hanno dato lidentico elevato livello di soddisfazione, insomma per farla breve Guido Cervo è uno di quegli autori le cui opere si possono acquistare a scatola chiusa. Questa fiducia trova unulteriore conferma in I Centurioni del Malabar, che allinizio può lasciare perplesso il lettore scoprendo che si tratta di una spedizione romana in India. Dico subito che con ogni probabilità la missione del Tribuno e Legato Imperiale Marco Terenzio Massimo, con i suoi cinquecento classari (fanti di marina), per aiutare Nedunj Cheliyan, maharajah di Madurai, è frutto di pura invenzione, anche se il sovrano indiano è esistito veramente, ma che contatti commerciali fra Roma e lAsia meridionale ci siano stati è comprovato, così come si ha notizie di viaggi di ambasciatori da quei lontani paese alla Caput mundi e viceversa, e questo aiuta non poco a immergersi nella fantasia della vicenda, perché in pratica non è tutto campato in aria. Peraltro, in questa trama di guerre, di intrighi di corte, di battaglie descritte magistralmente, oserei dire cinematograficamente, ci si avventura nella giungla intricata, nel caldo umido di quei territori, nelle piogge monsoniche, nei colori esotici dellabbigliamento; sono tutte caratteristiche ambientali proprie dellIndia, ma hanno fatto emergere le mie reminiscenze dei romanzi di Emilio Salgari, con elefanti combattenti, tigri divoratrici di uomini, terribili serpenti velenosi, un invito al piacere dellavventura. Le pagine scorrono veloci, si vive la vicenda, ci si emoziona per i pericoli che gravano sulla bella Satyavati, consorte del maharajah, si trepida durante la battaglia finale per la sorte dei legionari, si arriva in crescendo allultima pagina e si chiude soddisfatti il libro. Da leggere, non cè dubbio.

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