Il principe Czartoryski, un esule che per la Polonia incarna la speranza di riconquistare l'unità, è stato rapito. Tutti disperano per la sua sorte, ma lo scaltro detective ottomano Yashim è certo che sia ancora vivo, e soprattutto è convinto di conoscere i responsabili del gesto: un gruppo di cospiratori che frequenta i salotti dell'ambasciatore polacco Palewski. Gli sfugge però l'identità della Piuma, che pare abbia ordito l'intera trama. La Sublime Porta è in agitazione e Yashim dovrebbe gettarsi sul caso anima e corpo, ma si è innamorato, e al momento l'unica indagine che lo interessa davvero riguarda il suo cuore. Saranno gli eventi a fargli riacquistare lucidità, mettendolo di fronte a svolte imprevedibili.
La nostra recensione
Sarebbe un po’ come dire “I cospiratori del Panettone”, visto che sono italiani i tre giovani liberali antipapisti, esuli a Istanbul, rivoluzionari, ingenui e, appunto, un po’ pasticcioni, che si trovano coinvolti in una cospirazione internazionale “più grande di loro”. Il Baklava è il dolce tipico turco, di cui i nostri tre sprovveduti cospiratori sono ghiotti, come sono amanti dell’allegra compagnia di dolci fanciulle, dei lauti banchetti e delle grandi libagioni. È così che incrociano sulla loro via Palewski, l’ambasciatore polacco, padre Doherty, un prete irlandese in misteriosa missione segreta, e Yashim, il raffinato, colto eunuco di corte, amante della buona cucina e delle belle donne. Lo sconsiderato rapimento del principe polacco Czartoryski mette però in subbuglio gli ambienti di corte a Istanbul, capitale ottomana sulla via del declino nella seconda metà del XIX secolo, crocevia di spie, intrighi, complotti, e così Yashim deve mettere in campo tutta la sua astuzia, la sua saggezza e la sua disincantata ironia per districare una matassa ingarbugliata e dai mille pericoli. Se si aggiunge che il nostro Yashim in questo caso è un po’ distratto dalla bella Natasha, l’esule russa che la madre del sultano gli ha incaricato di sorvegliare e intrattenere, ecco che rischia di sfuggirgli di mano il quadro d’insieme, una situazione che mette paura, dove sono in gioco gli equilibri delle potenze europee del tempo e dove non mancano, come di consueto nei gialli storici di Jason Goodwin, raffinati scorci d’ambiente e colpi di scena inaspettati. Con il suo occhio acuto, il detective ottomano ci apre le porte di un mondo apparentemente lontano dal nostro. Ma che, alla fine, si rivela a noi sorprendentemente vicino.